GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ – 22 maggio 2020

La giornata è stata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite per celebrare la Convenzione sulla diversità biologica adottata il 22 maggio del 1992 e per promuovere la consapevolezza globale delle problematiche connesse alla biodiversità.

Come ogni anno mi sarebbe piaciuto festeggiare questa giornata con gli studenti delle scuole di Guspini e come sempre sarebbe stata un’occasione di condivisione su un tema fondamentale per la vita sulla terra.

Il 2020 è l’ANNO INTERNAZIONALE DELLA SALUTE DELLE PIANTE e dunque un anno cruciale per la biodiversità, inoltre la recente emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha messo in  evidenza la profonda correlazione tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente. Un gruppo di  ricercatori provenienti da ogni angolo del mondo si è reso disponibile, accettando la proposta della Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale), per verificare la presenza del virus SarsCov2 sul particolato atmosferico delle città più colpite dalla pandemia di Coronavirus. La speciale “squadra di ricerca” si chiama Rescop, acronimo che sta per “Research Group on COVID-19 and Particulate matter“, ed è composta da scienziati provenienti da Europa, Usa, Asia, Oceania e Sud America. Questo team di “guardiani dell’ambiente e della salute“ proveranno a seguire le tracce del Covid-19 sulle “polveri sottili”.

È ormai certo come la biodiversità contribuisca in maniera significativa al mantenimento della salute del Pianeta e per questo motivo è fondamentale tutelarla soprattutto in un momento delicato come quello attuale, caratterizzato da una crisi senza precedenti. Non solo sono a rischio migliaia di piante e animali, compresi gli ecosistemi naturali, ma anche la nostra salute.

La biodiversità rappresenta un patrimonio da salvare, ma cosa fa l’UE per tutelarla?

L’Unione europea si accinge a definire gli obiettivi specifici da perseguire entro il 2030 ai fini della sua salvaguardia. Cambiamenti climatici, inquinamento e diffusione di specie aliene invasive, nonché sfruttamento eccessivo di suoli e bacini idrici, produzioni agricole che prevedono l’uso massivo di pesticidi, sono le cause principali della perdita di biodiversità.

Lo strumento principale finora adottato in UE per mantenere la biodiversità è la Rete Natura 2000, una rete ecologica istituita ai sensi della direttiva habitat e diffusa sui territori di tutti i Paesi membri, con la finalità di garantire la preservazione di habitat naturali nonché specie di flora e fauna rare o a rischio di estinzione. Alla rete Natura 2000 – che ha consentito di realizzare le Zone di Protezione Speciale (ZPS), in linea con quanto previsto dalla direttiva uccelli, si aggiungono altri strumenti normativi, quali la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e il regolamento sulle specie esotiche invasive.

La Commissione europea ha presentato la “Strategia europea per la biodiversità” che indica alcuni obiettivi atti a ridurre la perdita di diversità biologica entro il 2030. Essa prevede la promozione dell’uso sostenibile di ecosistemi forestali, agricoli, marini e di acqua dolce e urbani e si fonda su tre parole-chiave, proteggere, ripristinare e integrare:

▪ proteggere la natura, aumentare la copertura e l’efficacia delle aree protette secondo rete Natura 2000,

▪ ripristinare gli ecosistemi danneggiati, compresi quelli più ricchi di carbonio e quello che mantengono uno stato ecologico apprezzabile,

▪ integrare appieno le considerazioni relative alla biodiversità nelle altre politiche europee e affrontare il problema dell’impatto dell’UE sulla biodiversità globale.

Noi cittadini come possiamo contribuire a ridurre la perdita di biodiversità?

La risposta la lascio a voi lettori e vi invito ad una riflessione sul pensiero di Vandana Shiva

Esisteva un vecchio conflitto tra l’agricoltura chimico-industriale e quella biologica. Ora ne sta emergendo uno nuovo tra agricoltura autenticamente biologica, che si basa su piccole fattorie biodiverse, e una pseudobiologica, basata sulle monocolture di grandi fattorie che producono per l’esportazione. L’autentica agricoltura biologica è fondata sulla biodiversità, sulle piccole fattorie familiari, sui mercati locali e sul commercio equo.“  Vandana Shiva attivista e ambientalista indiana.