Quest’anno per via dell’emergenza sanitaria abbiamo potuto celebrare solo virtualmente le giornate dedicate al mare. La Giornata Nazionale del Mare l’11 aprile, la Giornata Europea del mare il 20 maggio e la Giornata Mondiale degli oceani l’8 giugno, rappresentano l’occasione per riflettere sull’immenso valore che ha l’ecosistema marino per il Pianeta con la sua biodiversità e sul ruolo che ha per la vita sulla Terra. Gli oceani producono la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo oltre a rappresentare una risorsa e a fornire numerosi benefici, per questo motivo abbiamo il dovere di fare scelte sostenibili, evitando comportamenti che compromettano la salute dei mari. Oggi lo stato di salute degli oceani è seriamente minacciata e le cause sono essenzialmente due: il riscaldamento globale e le attività antropiche.
IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Come si scalda l’atmosfera si scalda anche il mare, di circa un decimo di grado a decennio. La conseguenza è l’innalzamento del livello dei mari con conseguente erosione e allagamento delle zone costiere. Con l’aumento delle temperature il mare diventa meno ospitale per alcune specie, le quali sono costrette a migrare ma quelle che non possono spostarsi, come i coralli, muoiono. E poi lo stato superficiale dell’oceano, più caldo, forma una sorta di barriera che riduce il mescolamento delle acque e quindi la presenza di ossigeno in profondità. Un mare più caldo favorisce anche gli eventi catastrofici come uragani, tifoni, ecc. Più un mare è caldo più elevata è l’energia e più gli eventi sono distruttivi. Gli oceani costituiscono un freno ai cambiamenti climatici, in quanto assorbono circa un terzo della Co2 emessa dalle attività antropiche, ma in questo modo cresce l’acidità media che causa difficoltà a numerosi organismi, come molluschi e crostacei, i quali usano il calcio per costruire i gusci e gli scheletri. Un altro problema è rappresentato dalla riduzione e perdita dei ghiacciai. Dalla Groenlandia si riversano in mare 300 mila tonnellate all’anno di acqua dolce e fredda e visto che le correnti sono influenzate da temperatura e salinità, questo nell’Atlantico modifica la Corrente del Golfo, che dai Caraibi raggiunge l’Europa, rallentandola.
LE ATTIVITÀ ANTROPICHE
L’azione diretta dell’uomo consiste nell’introduzione di sostanze nocive e quindi inquinamento, dispersione di plastiche nonchè l’eccessivo utilizzo di risorse, come la pesca indiscriminata. La plastica in mare è un esempio palese di come l’uomo abbia agito in maniera scorretta nei confronti dell’ambiente. Oltre alle plastiche visibili, un grosso problema è rappresentato dalle microplastiche, perchè entrano nella catena trofica e dunque le troviamo a tavola senza saperlo. Va preso urgentemente in considerazione un cambiamento dell’intero processo produttivo, al fine di ridurre il packaging. La produzione di plastiche biodegradabili rappresenta un passo avanti, ma andrebbe valutato il loro impatto sulla produzione di cibo, visto che normalmente vengono prodotte dal mais. Anche la pesca indiscriminata rappresenta un serio problema per i nostri mari. “Il 60% delle zone di pesca sono sfruttate al limite estremo, e di queste il 30% sono sovrapescate. Anche in questo caso vanno urgentemente regolamentato un sistema di pesca sostenibile a livello internazionale e locale.
l’Onu nel 2008 ha istituito la Giornata mondiale degli Oceani per proteggerli ed utilizzare le risorse marine in modo sostenibile per la vita, gli Oceani infatti rappresentano il nostro futuro. “Innovazione per un oceano sostenibile” è il tema scelto in questo anno 2020 per rilanciare l’interesse della comunità internazionale. Dobbiamo aumentare – sollecita l’Onu – “la consapevolezza globale dei benefici che l’umanità deriva dall’oceano e dal nostro dovere individuale e collettivo di utilizzare le sue risorse in modo sostenibile”.
“Non possiamo fingerci sani in un mondo malato” Papa Francesco