Dall’ Educazione Ambientale all’Educazione allo Sviluppo Sostenibile

L’Educazione Ambientale (EA) è un argomento complesso che ha avuto una sua evoluzione nel tempo e comprende una componente educativa, la quale ci dà gli strumenti di comunicazione con le comunità, che ci permette di trasformare linguaggi scientifici in linguaggi semplici che possano essere appropriati e compresi dai differenti gruppi sociali, la seconda la componente ambientale cerca di ricostruire le relazioni create dall’uomo con la natura, attraverso parametri culturali.  l’ EA rappresenta una strategia capace di generare nella società cambiamenti di comportamento e di riassegnare l’importanza ai valori ambientali, culturali, sociali, politici ed economici,  promuovendo la partecipazione attiva degli individui. Questa crescente attenzione verso l’interconnessione tra le dinamiche ambientali, sociali ed economiche ha portato all’ elaborazione del concetto di Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS), che non riguarda solo l’ambiente, ma anche l’economia (consumi, povertà, nord e sud del mondo) e la società (diritti, pace, salute, diversità culturali). Oggi parliamo di una ESS sempre legata alla relazione che l’uomo ha stabilito con l’ambiente, ma arricchita di tutti quegli aspetti della vita e i valori comuni di equità e rispetto per gli altri, per le generazioni future, per la diversità e per l’ambiente.

Oggi si fa educazione ambientale secondo un approccio olistico, infatti lo sviluppo di comportamenti
verso l’ambiente è strettamente legato alle dinamiche dell’ecosistema in cui crescono gli esseri viventi, che è particolarmente fragile a causa dell’elevata velocità di adattamento dell’uomo rispetto alla lentezza
dei processi di adattamento dei sistemi biologici. Per questo motivo si sente l’esigenza di pianificare l’EA. In passato questa stretta relazione non era sempre riconosciuta da coloro che si occupano di protezione dell’ambiente.

La comunità internazionale ha preso atto del ruolo cruciale dell’ESS nel 2002, durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg, quando ha deciso di dedicare un Decennio all’ESS (DESD 2005-2014). A conclusione del DESD, l’UNESCO ha lanciato il Programma Globale d’Azione sull’Educazione allo Sviluppo sostenibile (GAP) per contribuire alla nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, varata dai Capi di Stato e di Governo a settembre 2015. Tra i suoi nuovi 17 obiettivi (Sustainable Development Goal – SDG) ricopre un ruolo centrale l’educazione con particolare riferimento all’ educazione allo sviluppo sostenibile (SDG 4.7 e SDG 13.3).

IL PERCORSO INTERNAZIONALE DELL’’EDUCAZIONE AMBIENTALE

La definizione e gli obiettivi dell’educazione ambientale sono cambiati nel corso del tempo, in rapporto agli sconvolgimenti ambientali, spesso caratterizzati da vere e proprie emergenze, che hanno interessato l’intero Pianeta. Essa nasce come educazione alla tutela e alla conservazione della natura (1970 – Conferenza dell’Unione internazionale per la conservazione della natura) e, nel corso degli anni ’70, si amplia spostando l’attenzione sulle attività antropiche, sul rapporto di causalità tra salute e qualità dell’ambiente, sul progresso tecnologico.

  • 2015 Il World Education Forum tenuto nella Repubblica di Corea, ha prodotto la dichiarazione di Incheon: “Education 2030: Towards inclusive and equitable quality education and lifelong learning for all”.La discussione della comunità internazionale sull’Agenda 2030 stabilisce un forte impegno sul tema dell’educazione.
  • 2014 Programma d’Azione Globale dell’UNESCO sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (Global Action Program)
  • Per consolidare i risultati raggiunti durante il Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile l’UNESCO ha elaborato il GAP (Global Action Program) che indica obiettivi ad aree d’azione prioritarie da realizzare in tema di educazione allo sviluppo sostenibile. 
  • 2009 Con la Conferenza mondiale UNESCO per l’Educazione allo sviluppo sostenibile Bonn è stato fatto il punto sulle attività realizzate durante la Campagna UNESCO DESS e sulle strategie da mettere in atto nei prossimi anni.
  • 2005 Strategia UNECE per l’educazione per lo sviluppo sostenibile Vilnius
  • Per l’UNECE (United Nations – Economic Commission for Europe) l’educazione allo Sviluppo Sostenibile è definita come “processo permanete che interessa l’individuo nell’intero arco della vita”; essa non si limita all’apprendimento “formale”, ma si estende anche a quello non formale e informale. L’educazione, oltre ad essere un diritto dell’uomo, è un pre-requisito per raggiungere lo Sviluppo Sostenibile, e uno strumento essenziale per il buon governo, per i processi decisionali consapevoli e per la promozione della democrazia. 
  • 2005 Il Decennio dell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile – DESS è stata un’impresa complessa, infatti le implicazioni ambientali, sociali ed economiche sono enormi e toccano moltissimi aspetti della vita dell’uomo a livello globale. Lo scopo ultimo del DESS è l’integrazione dei principi, dei valori e delle pratiche dello Sviluppo Sostenibile in tutti gli aspetti dell’educazione e dell’apprendimento.
  • 2002 Il Summit sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg (Sudafrica) rafforza ulteriormente gli impegni in precedenza assunti nei confronti dello Sviluppo sostenibile a tutti i livelli, da quello locale a quello globale proponendo, tra l’altro, di proclamare il Decennio Internazionale dell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile (DESS) per il quale l’UNESCO ha elaborato una Strategia di implementazione a livello internazionale.
  • 1997 Nella Conferenza internazionale di Salonicco è stata approvata la dichiarazione conclusiva su “Ambiente e società: educazione e sensibilizzazione per la sostenibilità”. In questa occasione si ampliano ulteriormente obiettivi e orizzonti, non è più sufficiente fornire informazioni per  modificare i comportamenti e diffondere le buone pratiche, ma è fondamentale creare contesti, azioni ed esperienze in cui sia possibile attivare quel processo di cambiamento culturale e sociale a servizio della sostenibilità.
  • 1992 Nella Conferenza delle Nazioni Unite di Rio – Agenda 21 Rio de Janeiro l’EA è indicata come elemento essenziale per la promozione dello Sviluppo Sostenibile. Si rinnova la raccomandazione di inserire l’EA in tutti i livelli di scuola.
  • 1977 La Conferenza di Tbilisi (Georgia) è la prima conferenza intergovernativa sull’EA a livello ministeriale, organizzata dall’UNESCO e dall’UNEP, sancisce che l’EA deve trovare collocazione e promozione a livello regionale e nazionale, durante tutto l’arco degli studi scolastici, ma anche nel periodo prescolastico e post-universitario. È stata una delle conferenze più importanti in materia di EA e durante questa si definirono principi, scopi e obiettivi della stessa.
  • 1975 La Carta di Belgrado è undocumento di riferimento, elaborato a livello intergovernativo, per la definizione delle finalità, dei principi e dei metodi dell’EA. Per ciascuna nazione, in accordo con la propria cultura, chiarificare a se stessa il significato di concetti basilari, come la “qualità della vita” e la “felicità umana”.
  • 1972 Con la Conferenza ONU sull’ambiente Stoccolma viene introdotto il concetto di eco sviluppo. Si considerano le problematiche ambientali come parte integrante dello sviluppo economico, quindi l’EA deve evidenziare le relazioni tra ambiente e attività umane. Tra i risultati più significativi degli accordi presi durante la Conferenza si possono annoverare la creazione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUA) e il Programma Interdisciplinare di Educazione Ambientale (PIEA), impegno preso da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO). Il PNUA è il programma delle Nazioni Unite che si incarica di coordinare i lavori relativi all’implementazione di strategie e politiche attente all’ambiente, indirizzate verso uno sviluppo sostenibile.
  • 1971 Con la creazione del Programma Uomo e Biosfera, l’UNESCO diede importanza all’insegnamento e all’informazione riguardo la questione ambientale.
  • 1970 Inquesta Conferenza dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), si definisce ufficialmente il concetto di educazione ambientale: “EA è definito quel processo di riconoscimento dei valori e concetti utili a chiarire e a sviluppare quelle attitudini e tecniche necessarie alla comprensione e all’apprezzamento delle interrelazioni esistenti tra l’uomo, la sua cultura e l’ambiente biofisico circostante”.
  • 1984 Nasce il concetto di “sviluppo sostenibile”. A partire della commissione Brundtland, gruppo stabilito dalla Organizzazione delle Nazioni Unite ONU, la cui finalità fu la realizzazione di studi e tavoli di lavoro concernenti l’ambiente e lo sviluppo, nell’anno 1987 si pubblica il risultato di suddette ricerche sotto il nome “Nostro Futuro Comune”, dove si chiarisce il ruolo degli esseri umani nella conservazione delle risorse in una maniera sostenibile.
  • 1965 Nela Conferenza sulla conservazione della natura di Bankog, organizzata dalla IUCN, l’educazione ambientale viene indirizzata verso la conservazione del patrimonio naturale.
    L’espressione educazione ambientale è storicamente collocata alla fine del secolo XX.
  • Nel 1948 l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (UICN) creatasi in Francia, si riferisce, per la prima volta, all’educazione ambientale come “un approccio educativo della sintesi tra le Scienze Naturali e le Scienze Sociali”.

Nel percorso italiano rappresentano tappe fondamentali:

  • La sottoscrizione della Carta di Fiuggi (1997)
  • La nascita negli anni ’90 dell’ANPA  e delle Agenzie per la protezione dell’ambiente (ARPA/APPA)
  • La Conferenza nazionale dell’Educazione ambientale (Genova 2000), con la conseguente elaborazione delle Linee di indirizzo INFEA.
  • La molteplicità dei soggetti impegnati nel campo dell’educazione alla sostenibilità a livello nazionale e locale che ha fatto riferimento alla Commissione Italiana dell’UNESCO per l’implementazione del DESS (2005 – 2014).
  • La pubblicazione delle nuove linee guida per l’educazione ambientale (2015) elaborate da un gruppo di lavoro interministeriale, che sono per me il principale riferimento per l’elaborazione di nuovi progetti da proporre alle scuole e alla cittadinanza. Nate dalla collaborazione tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dell’Istruzione.  La collaborazione tra i due Ministeri si è rafforzata nel 2016, con la firma di un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole, nel quadro del PON Scuola 2014-2020. Per presentare e concretizzare l’accordo si è svolta a Roma, a novembre 2016, la seconda conferenza nazionale sull’ESS, a conclusione della quale due Ministri hanno sottoscritto una Carta nazionale che riassume i risultati del lavoro svolto dai Tavoli tematici, uno dei quali dedicato all’Agenda 2030 e all’educazione allo Sviluppo Sostenibile.